Inaugurato a settembre, What’Sup è già diventato un punto di riferimento per gli appassionati a caccia dei modelli più cult. Ci si entra per comprare ma anche per vendere e scambiare calzature introvabili. L’amicizia, una passione in comune e soprattutto una gran voglia di fare, questi gli elementi che uniscono i fondatori di What’Sup, il negozio che oggi è uno dei luoghi di riferimento per gli sneaker addicted. E pensare che tutto è iniziato solo due anni fa, nel 2018, quando Alberico, Andrea e Rocco, 60 anni tutti insieme, hanno cominciato ad acquistare e collezionare, un po’ da tutto il mondo, sneaker in serie limitate e introvabili, quali Jordan, Nike, Yeezy ecc. e abbigliamento streetwear con brand quali Supreme, Palace, Stone Island ecc. Non era solo un hobby: c’era già una visione imprenditoriale. Fin dal principio volevano fare qualcosa di nuovo, essere ricercatori e motori di tendenza in un mercato, quello delle scarpe e dell’abbigliamento sportivo di marca, che oggi costituisce un business straordinario movimentato da dinamiche difficili da prevedere, spesso legate a un testimonial famoso o una manifestazione particolare.
Così è nata l’idea di partecipare ad eventi, aprire pop up store nella loro città, Padova, e collaborare alle edizioni di Future Vintage Festival, un evento dedicato al lifestyle e alla comunicazione che si pone “l’obiettivo di individuare le ispirazioni e le contaminazioni delle tendenze contemporanee”.Il riscontro è stato subito positivo tanto che, a settembre di quest’anno, proprio in centro a Padova, Alberico, Andrea e Rocco hanno inaugurato il primo negozio What’Sup dedicato al mondo delle sneakers e dell’abbigliamento più ricercato. Il target non è solo quello dei centennials come loro: ci sono anche millennials e perfino baby boomers, perché ormai questo tipo di scarpa e di abbigliamento va oltre la moda, spesso è un vero e proprio oggetto di culto che alcuni arrivano a collezionare come opere d’arte. Ma i tre guardano ben oltre la semplice vendita di beni. L’intento è quello di far diventare il negozio un punto di riferimento culturale per gli appassionati, in grado di stimolare il coinvolgimento delle persone e creare una community capace di favorire le relazioni e l’interattività. Il tutto agevolato dalle possibilità offerte del negozio dove, oltre ad acquistare, si può anche vendere le proprie cose oppure scambiarle con altre.